Il Tristo Mietitore, di Terry Pratchett

19.08.2015 15:30

Come ho già avuto modo di scrivere quest’estate sono inconcludente, più o meno in ogni ambito della mia vita.
Con le letture non sono da meno ed è così che mi sto ritrovando con una decina di libri iniziati o ripresi e con nessuno di questi mi avvicino al finale…

In questi giorni “bui” ho trovato conforto in colui che altre volte è stato la mia ancora di salvezza: Terry Pratchett.

I suoi libri sono piacevoli da leggere anche se aperti a caso senza seguire il “metodo tradizionale”… Io ho un metodo specifico per quando mi viene voglia di leggere qualcosa di suo: sfoglio velocemente le pagine fino a trovare le frasi tutte in maiuscolo che caratterizzano le battute di Morte, e da lì vado avanti nella lettura.

Perchè il Tristo Mietitore è forse il migliore personaggio nella storia del fantasy.

Sarcastico quanto ineluttabile, depresso quanto basta, si rivela, con le sue comparse, portatore di divertimento e allo stesso tempo di riflessione nelle vicende di Mondo Disco. I suoi dialoghi mettono di fronte alle reazioni umane rispetto alla morte, ce n’è per tutti: re, ladri, assassini e gente comune, anche qualche animale. Per ognuno Morte ha qualche saggia e spiazzante parola.

I dialoghi di Morte sono fondamentali nello svolgersi della trama, le danno ritmo, sciolgono le situazioni di stallo e aumentano la consapevolezza. Raramente sono tristi, sempre amari ma quasi mai tristi, è qui che lo scrittore raggiunge il culmine della sua arte: nel far capire che la morte porta oltre, e una volta passato l’ostacolo ogni priorità cambia, ciò che nella vita sembrava così fondamentale all’imrpovviso si trasforma in un dettaglio.

E così quando niente riesce a farmi stare meglio ci riesce la Morte con la sua ironia inclemente e dopo poche pagine di Pratchett posso tornare a vivere con un ghigno scheletrico nella mente.

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