Oceano Mare A.Baricco

05.12.2015 14:47

Era da molto tempo che mi ripromettevo di intraprendere questa lettura prima o poi e, finalmente, l'ho fatto.
Era dai tempi di Novecento che non leggevo qualcosa di Baricco (escluso un suo libro di recensioni: Una certa idea di mondo.) e si può dire che il nostro sia stato un riavvicinamento molto etereo, simile ad un sogno.

Sogno.

E' la prima parola che mi viene in mente pensando a questa storia, è tutto così sfumato nella nebbia bianco latte che cresce sul mare che un paragone con il mondo dei sogni sorge spontaneo.

In quella locanda al limite tra terra e mare ma anche tra sogno e realtà si incontrano tipi bizzarri  e speciali pronti a cambiare per sempre la loro vita.

C'è Bartlebloom, il pernonaggio che più ho amato, con i suoi strani progetti ed il suo amore idealizzato ed impossibile. C'è Plasson, un pittore che è riuscito a lasciare indietro tutta l'ipocrisia che era stata la sua vita ed è venuto alla locanda Almayer a cercare gli occhi del mare. C'è Ann Deverià che  nel suo annoiato modo di vivere è riuscita a ricomporre quei due pezzi  del puzzle, Bartlebloom e Plasson, quei due mezzi matti che insieme formano il matto perfetto. Ci sono Elisewin e padre Pluche, una ragazza alla ricerca della vita e il suo tutore. C'è Adams, un uomo misterioso che in qualche modo legge nella mente. E c'è una settima stanza che non si apre mai, e che forse è ancor più misteriosa dell'uomo che legge nel pensiero.
Infine ci sono dei piccoli strani bambini che gestiscono la locanda, nessuno sa chi li abbia cresciuti ma, evidentemente, è stato un fenomeno.

E, in un'imprecisa via di mezzo tra lo sfondo della storia è il ruolo di protagonista, sta l'oceano mare, figura divina che in qualche modo racchiude la verità, come scopriranno tutti gli ospiti della locanda, prima o poi e, solo allora, saranno pronti a partire.

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