Oblomov e l'oblomovismo

04.08.2014 21:45

Un secolo e mezzo fa uno scrittore russo si faceva domande sull'ipocrisia e sulla scorrettezza della nobiltà del suo paese. Davvero la vita di società con i suoi ricevimenti e i suoi pranzi era così perfetta? Ma soprattutto: davvero quello spostarsi da un salotto all'altro era vita?

Gončarov crea un antieroe, un uomo che rinuncia e critica la "vita" falsa di società preferendo dormicchiare sul divano immaginando una vita tranquilla nella sua proprietà di campagna, lontana da ogni pensiero o azione. Nemmeno il suo amico Stolz, un ibrido del calmo e romantico temperamento russo e della grezza ma diretta azione tedesca, riuscirà a scuotere il suo amico dal puro e fedele cuore.

Una bella dama raffinata e piena di ardore era quasi riuscita a smuovere Il'ja Il'ič Oblómov, ma il loro amore non poteva sbocciare e quindi nemmeno accendere di vita la mente e lo sguardo del sonnolento Il'ja, così non appena Ol'ga rinuncerà alla sua missione Oblomov sarà pronto a tornare al suo sonnolento stile di "sopravvivenza" cullato dalle nuove attente, precise e devote cure di Agaf'ja la sua padrona di casa e successivamente amorosa moglie, che lo riporterà alla primordiale vita di Oblomovonka.

E' tutto in preda all'oblomovismo, termine coniato dall'amico Stolz per definire questo fatalistico lasciarsi andare per quieto vivere, la geniale definizione di Gončarov alla vita vuota e falsa della russia ottocentesca.

Contatti

LibriSottoalCuscino susine.banane@gmail.com