Riflessioni sulla poetica
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Non so se io valga abbastanza da pronunciare ad alta voce il mio parere su qualcosa, soprattutto se si tratta di un parere tecnico, in particolare se riguarda la poesia.
Ma ci ho pensato e se non posso dare un giudizio generale voglio almeno dire che cos’è la poesia per me, oppure che cos’è la mia poesia… (so che sono differenti ma non riesco a vedere chiaramente il perchè).
Premettendo che non credo in una poesia felice, poichè la poesia non può che contenere un po’ di malinconia o dolore, queste sono le parole con cui identifico l’arte poetica (e qualche volta anche la prosa).
Masochismo; Movimento; Mancanza; Meraviglia;
Le prime quattro parole magiche.
Nei brani migliori c’è sempre un po’ di dolore autoinflitto, una lama sottile sottile che s’insinua nelle piaghe più delicate e struggenti, e ne tira fuori le parole più sincere, cullate da un velo di malinconia. Masochismo;
C’è una caduta, uno stravoglimento della situazione, qualcosa che prima sembrava così statico si sposta. E le poesie raccontano questo movimento, nello spazio, nel tempo e nelle persone come la prosa non riesce a fare quasi mai. Movimento;
Se si ha tutto non si può comporre qualcosa di davvero buono, non sarebbe poesia ma un elogio alla propria felicità e compitezza, autocompiacimento di più o meno cattivo gusto. La poesia è la più alta espressione di un desiderio. Mancanza;
E tutto questo non basta, perchè serve una capacità di vedere il mondo diversamente, stupirsi di ciò a cui gli altri si abituano troppo presto, ed in più il voler rivelare le scoperte con parole che tutti possano amare. Meraviglia.
Discrezione; Vaghezza; Dettagli; Insetti;
E c’è bisogno ancora di qualche parola nel mio ordine di poetica sublime
Il saper dove fermarsi, perchè ci sono cose che non devono essere rivelate, e la maestria consiste anche in questo: coinvolgere senza dire necessariamente ciò che è superfluo. Discrezione;
Alcuni quadri attraggono proprio per i loro sfumati, Leonardo e Giorgione ne hanno fatto un’arte, ed è cosa celeste applicare il loro trucco al verbo. Una frase che si tramuta in un’analtra come da onda nasce onda senza mai fermarsi a respirare, oppure in d’un solo fiato, e le immagini evocate, proprio come quelle dei dipinti, si confondono facendo dell’incertezza la loro bellezza… Vaghezza;
e al contrario avvicinarsi così tanto al soggetto da non vederlo più, pur riuscendo ad intuirlo come qualcosa di grande, potendo così apprezzare ogni suo singolo centimetro, ogni singolo istante, perchè la poesia non è solo spazio ma anche un fluttuare nel tempo. Dettagli;
E questi ultimi piccoli protagonisti delle mie storie, che mi attraggono così tanto per il loro vagare incessante e frenetico nascosto dalla vista e pur così presente, celati dagli sguardi come per un tacito consenso, nonostante la musicalità del loro canto certe sere, e la teatralità invisibile delle loro luci e dei loro colori. Insetti;