Segnalibri
Mi piace pensare che ogni libro meriti e necessiti di un segnalibro su misura.
I segnalibri non devono essere esagerati o fonte di distrazione, ma qualcosa di discreto e particolare e, possibilmente, legato in qualche modo al libro.
Il richiamo non deve essere totale, anzi, è ancor più bello quando è solo un piccolo, minuscolo filo conduttore a segnare il parallelismo tra l'oggetto e la storia.
Non è un semplice gioco di abbinamenti e neppure una strana alchimia: è solo una questione di sensazioni e di ricordi.
Nel loro silezio di oggetti infatti i libri ci parlano, l'esempio più lampante forse è On the Road di Kerouac. Non me la sentivo di usare un vero segnalibro, pensavo che Dean e Sal si sarebbero offesi di questo trattamento da "signori per bene", allora ho usato biglietti del treno o del bus come per fondere i miei viaggi con il loro...
Ma non è il solo esempio, ce ne sono mille altri, come la mia compagna di classe che, leggendo il Grande Gatsby, ha avuto il gran gusto di scegliere una banconota da 20 dollari per non perdere il segno (entrando così pienamente nello spirito della narrazione), o altrimenti come l'idea che ho avuto quest'estate, immedesimandomi con Oblomov, di non usare affatto un segnalibro poichè nemmeno il protagonista avrebbe avuto lo slancio per sceglierne uno!
Potri continuare per giorni ad elencare i biglietti teatrali che tengo fra le pagine di Shakespeare, il foglio con una frase profonda o senza senso (a seconda dei punti di vista) che perennemente lascio trra un brano e l'altro degli Esercizi di Stile di Queneau, o, ancora, la foto in bianco e nero di un gabbiano che ho usato quando leggevo Moby Dick per essere trasportata in volo fino al Pequod e vedere dall'alto come sulle ali del gabbiano la storia di Ismaele, Achab e della Balena Bianca.
Potrei appunto continuare per giorni, ma mi devo fermare e mi alletta il pensiero di concludere con un desiderio, un po' di speranza:
l'attesa di quel libro la cui trama possa essere intervallata, tra una lettura e l'altra, da una mia foto. Poichè i ricordi sono il segnalibro perfetto, che dona un sentore personale alla narrazione, pur non facendone parte.
E io attendo questa storia con impazienza. Per farla mia.