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03.09.2014 19:29

"A notte,
mentre tutti ormai dormono nella paglia,
Zena il Lungo detto Berretta-di-Legno detto Labbra-di-Bue
piega l'angolo della pagina incominciata,
chiude il libro,
soffia sul lumino a olio
e s'addormenta con la guancia posata sulla copertina"

25.08.2014 14:24

Eppure io lo faccio. Sempre.

Me ne sono resa conto oggi, in biblioteca, quando ho rivisto l’edizione in due volumi di Delitto e Castigo che ho letto circa un anno fa.

Accanto a quei due libricini tozzi e piccoli (proprio come piacciono a me) campeggiava un altissimo e bianchissimo Delitto e Castigo con la copertina rigida, stretto e austero.
Io li guardavo e sapevo che si trattava della stessa storia, sempre Dostoevskij, ma allo stesso tempo ero certa del fatto che quell’edizione così “antipatica” mi sarebbe piaciuta meno, mi avrebbe intimidita e scoraggiata, e probabilmente alla prima digressione avrei abbandonato la storia con il vago proposito di riprenderla.

Cos’è successo di diverso con l’edizione in due volumi? Forse mentre leggevo il primo volevo correre a vedere cosa sarebbe accaduto nell’altra metà, cosa aveva da dire Fedor in tutte quelle pagine e cosa sarebbe ancora accaduto a Raskol’nikov prima del “castigo” di cui si parla nel titolo.

E non mi è successo solo in quel caso di essere influenzata, e non poco, dalla copertina, giusto a un paio di libri di distanza ecco che vedo “Il maestro e Margherita” di Bulgakov. In molti mi hanno consigliato quest libro, e io me ne sono sempre tenuta lontana, fino ad ora, quando la Newton Compton, una delle mie case editrici preferite, ha pubblicato nella collana “i MiniMammut” proprio questo libro.
Il formato piccolo e spesso e la copertina coloratissima hanno subito abbattuto ogni mia riserva riguardo a quel libro, che ora campeggia sulla mia mensola mentre io non vedo l’ora di finire i libri scolastici per poterlo finalmente leggere in santa pace!

Ma ora la domanda è: quante volte ho fatto così senza rendermene conto?
Quante volte le mie idee riguardo ad un libro sono state sconvolte dalla copertina? Quali libri non ho letto perchè avevano la foto tratta dal film invece che un disegno?

E’ una mania, un capriccio.
E temo che molti lettori ne soffrano. Anche quelli che come me vorrebero essere indipendenti dalle scelte stilistiche di una casa editrice, e che si proclamano lettori della storia e non del libro.Eppure credo che sarò sempre legata a quelle copertine che non vorrei giudicare.

 

18.08.2014 21:53

Non so dove i gabbiani abbiano il nido,

ove trovino pace.

Io son come loro,

in perpetuo volo.

La vita la sfioro

com’essi l’acqua ad acciuffare il cibo.

E come forse anch’essi amo la quiete,

la gran quiete marina,

ma il mio destino è vivere

balenando in burrasca.

09.08.2014 19:03

Dall'amore tra la Maia Melian e uno dei re degli elfi Elwë  detto Thingol (Mantogrigio) nacque Lùthien, la più bella di tutti i Figli di Ilùvatar.

Quando incontrò Beren, reduce dall'attacco in cui era morto il di lui padre, ella se ne innamorò e lo stesso fu per lui che quando la vide scappare si sentì "come uno che d'un tratto viene ucciso da felicità e dolore". Ma lei tornò da lui, lo curò ed insieme vagarono segretamente per i boschi. Lui la chiamava Tinùviel, usignolo, figlia del crepuscolo.

Vennero scoperti e fu terribile, sebbene la madre Melian non si sia opposta perchè, grazie alla sua natura divina, potè vedere come la loro unione fosse strettamente legata al destino della Terra di Mezzo.  Thingol, invece, a malapena non uccise Beren e solo perchè venne convinto a risparmiarlo dalle lacrime della disperata figlia... Dopotutto lui non reputava degno della figlia nessuno in quei regni, nè principe nè guerriero, come poteva accettare che uno di quegli uomini mortali la facesse sua?

inviò Beren nel reame di Morgoth alla ricerca dei Silmaril, avrebbe dovuto portargliene uno per avere in cambio la figlia e, come disse Thingol, nonostante nei tre cristalli fosse racchiuso il fato di tutta la Terra di Mezzo il re si dimostrava infinitamente generoso nello scambiare la sua meravigliosa figlia per uno di essi.

Lùthien e Beren partirono e riuscirono a strappare a Morgoth uno dei tre Silmaril, ma a quale caro prezzo! Beren fu ucciso da Carcharot, il terribile lupo addestrato personalmente da Morgoth.

Tanto lo pianse Lùthien, la più bella tra i Figli di Ilùvatar, che perfino l'intransigente Mandos, che amministra il regno dei morti, ne fu commosso. La fanciulla cantò il suo più bel canto, il più bello e il più triste che il mondo potrà mai udire, per convincere il Valar a riunire il suo amato a lei per sempre, così Mandos chiese aiuto a Manwë re degli dei, ma nemmeno lui poteva rendere immortale un uomo destinato a perire dal grande Ilùvatar, così venne data a Lùthien Tinùviel una triste possibilità: essere resa mortale come una donna, vivere dei fuggevoli anni mortali col suo amato e poi morire senza più tornare.

E questa fu la scelta di Lùthien.

Un'ultima volta la fanciulla incontrò i genitori, la madre la guardò negli occhi e vide la sorte che vi stava scritta, distolse lo sguardo poichè nessuno provò mai dolore tanto grande come quello di Melian la Maia in quell'ora.

 

Questo è il dramma shakespeariano con cui Tolkien prima conuista e poi spezza i nostri cuori come solo Romeo & Giulietta hanno saputo fare e con queste parole io porgo il mio ultimo saluto a Beren Erchamion e Lùthien Tinùviel sua eterna amata...

04.08.2014 21:45

Un secolo e mezzo fa uno scrittore russo si faceva domande sull'ipocrisia e sulla scorrettezza della nobiltà del suo paese. Davvero la vita di società con i suoi ricevimenti e i suoi pranzi era così perfetta? Ma soprattutto: davvero quello spostarsi da un salotto all'altro era vita?

Gončarov crea un antieroe, un uomo che rinuncia e critica la "vita" falsa di società preferendo dormicchiare sul divano immaginando una vita tranquilla nella sua proprietà di campagna, lontana da ogni pensiero o azione. Nemmeno il suo amico Stolz, un ibrido del calmo e romantico temperamento russo e della grezza ma diretta azione tedesca, riuscirà a scuotere il suo amico dal puro e fedele cuore.

Una bella dama raffinata e piena di ardore era quasi riuscita a smuovere Il'ja Il'ič Oblómov, ma il loro amore non poteva sbocciare e quindi nemmeno accendere di vita la mente e lo sguardo del sonnolento Il'ja, così non appena Ol'ga rinuncerà alla sua missione Oblomov sarà pronto a tornare al suo sonnolento stile di "sopravvivenza" cullato dalle nuove attente, precise e devote cure di Agaf'ja la sua padrona di casa e successivamente amorosa moglie, che lo riporterà alla primordiale vita di Oblomovonka.

E' tutto in preda all'oblomovismo, termine coniato dall'amico Stolz per definire questo fatalistico lasciarsi andare per quieto vivere, la geniale definizione di Gončarov alla vita vuota e falsa della russia ottocentesca.

26.07.2014 23:02

Un tipico scambio-libri è un "non luogo" assai misterioso, creato da un'entità quasi sovrannaturale spinta dall'eroica missione di portare la lettura e la letteratura nel mondo...

C'è qualcosa che affascina in queste utopie, forse la loro casualità: un lettore porta lì un suo libro senza sapere con cosa lo sbambierà nè chi se lo porterà via a sua volta. la meraviglia della scoperta "mistica" di un libro che il destino ha lasciato lì per noi...

E se invece ci fossero degli esseri (non davvero umani) che vagando attorno agli scambio-libri si assicurano che tutto vada per il meglio? "Fate e folletti" che sostituiscono l'ultimo successo-da-autogrill*, che potrebbe finire nelle mani sbaglate, con un meraviglioso Tolkien; Oppure un dozzinale giallo con un'Agatha Christie o uno Sherlock Holmes, un harmony con il Dottor Zivago, ed altre opere sagge e buone di questo genere.

Questi luoghi che non sono da nessuna parte se non vuoi vederli e ovunque se li cerchi solo l'essenza della letteratura e l'anima del lettore.

21.07.2014 13:21

guidato dal tuo odore

verso climi d’incanto

vedo un porto con alberi e con vele

ancor tremanti per la forza marina

e intando un profumo di verdi tamerici

che gira nell’aria e colma il mio respiro

e al canto degli equipaggi

si mischia nel mio cuore.

17.07.2014 21:24

suoni e odori volteggiano
nell’aria della sera,
valzer malinconico
e vertiginoso languore

06.07.2014 13:49

(Più che una recensione è una raccolta di impressioni.)

Questo libro mi ha lasciata con un groviglio di emozioni nel petto, anche se non ho mai avuto figli, già solo per il fatto di essere donna mi ha cambiato la vita.

Perchè è proprio di vita che parla la lettera: di vita come diritto, come scelta o come imposizione, di come la vita della madre e del figlio siano legate di come si migliorino e limitino a vicenda.

E’ una donna che non vuole obbligare suo figlio a nascere (ma nemmeno a non farlo) in questo mondo ingiusto che descrive con disperazione, mostrandogli tutte le discriminazioni che dovrà subire se sarà donna e spiegandogli che anche se sarà uomo sarà solo uno schiavo.

E’ uno di quei libri che mi hanno cambiato la vita, come ho già detto, e lo ha fatto fin dalla prima pagina, dicendo:

" Ora eccomi qui, chiusa a chiave dentro una paura che mi bagna il volto, i capelli, i pensieri. E in essa mi perdo. Cerca di capire: non è paura degli altri. Io non mi curo degli altri. Non è paura di Dio. Io non credo in Dio. Non è paura del dolore. Io non temo il dolore. E’ paura di te, del caso che ti ha strappato dal nulla e ti ha agganciato al mio ventre.”

Queste parole mi hanno conquistata, cambiandomi, lei parla a quel bambino come se la sua vita appartenesse solo a lui, che neanche sa cosa sia la vita, lo innalza a livello d’uomo, gli racconta di com’è stato difficile vivere per lei, e nonostante tutto dice;

”...Anche quando sono infelice, penso che mi dispiacerebbe non essere nata perchè nulla è peggiore di nulla.”

Non nego che questo libro sia forte, anzi novanta pagine di travaglio interiore, ma è una sofferenza che esorto tutti a patire, perchè farà vedere a chiunque lo legga le cose in modo diverso.

 

01.07.2014 10:06

...

Nella mano raccoglie

quell'umido pallore

dai riflessi iridati di opale,

e lo nasconde

lontano dagli occhi del sole,

nel suo cuore.

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