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28.06.2014 21:44

In realtà le riletture sono la parte della lettura che amo di più. Senza quella smania di sapere cosa accadrà che mi soffoca quando leggo un libro per la prima volta e che mi spinge a correre con gli occhi tra le righe senza il minimo riguardo per i dettagli. Quando rileggo la seconda volta ho tutto il tempo per soppesare il senso di ogni frase e la pazienza per gustarmi ogni descrizione.
Se arrivo alla terza lettura c'è già amore tra me e il libro, leggo per scoprire gli ultimi dettagli, ma sopratutto per capire se mi attira ancora come la prima volta, se è così non ci lasceremo mai più.
L'Harry Potter che ho riletto quattro volte è quello che ho riletto meno (il 5, L'Ordine della Fenice). Il mio rapporto con gli Harry Potter e la saga per bambine Fairy Oak è diverso da quello con qualsiasi altro libro, perchè li ho letti più e più volte fin dalla prima infanzia, sono i primi "veri libri" che ho letto e sono strettamente legati alla mia vita, quasi fusi, tanto che quando li rileggo mi pare di avere tra le mani il diario segreto di qualche mio amico che incontravo spesso ma che ora si è traferito lontano.

Quando però rileggo dopo molto tempo non è la stessa cosa, è come riscoprire un libro. Mi è successo con Orgoglio e Pregiudizio che ho letto troppo presto la prima volta (ma che nonostante ciò mi è piaciuto un sacco). Le riletture a grande distanza possono cambiare totalmente significato, ci si identifica in personaggi diversi perchè si è persone diverse e per questo mi accingo a rileggere dopo sei anni il Signore degli Anelli per capire come sono cambiata e come lo vedo adesso...

21.06.2014 10:32

Il più bello dei mari
è quello che non navigammo.
Il più bello dei nostri figli
non è ancora cresciuto.
I più belli dei nostri giorni
non li abbiamo ancora vissuti.

E quello

che vorrei dirti di più bello
non te l’ho ancora detto.

16.06.2014 12:45

Il personaggio di Hermione Granger è stato fondamentale nella mia formazione caratteriale e intellettiva. Fin dall’infanzia il mio sogno è stato quello di essere lei (o almeno il più possibile simile a lei).

E’ perfetta sotto ogni punto di vista: è coraggiosa, intelligente, altruista ma sopratutto è una strega.

Per tutto il periodo delle elementari e delle medie ogni volta che qualcuno lodava la mia intelligenza  l’Hermione  dentro di me faceva le fusa, raggiante. Ero perfino orgogliosa di quelle che ritenevo somiglianze fisiche tra me e lei.

Ma la cosa che le ho sempre invidiato più di ogni altra, anche più della magia, è la sua amicizia con Harry e Ron, due amici per la vita, che chiunque li conosca ricollega a lei.

Ho molti amici e qualche volta ho pensato di aver trovato il mio Harry e il mio Ron, accorgendomi solo dopo qualche tempo che non era la stessa cosa.

Hermione è il personaggio del mese che ho dedicato alle riletture perchè è uno dei personaggi che sono andata a ricercare più volte, per sentirla di nuovo parlare delle sue letture, per ammirarla mentre aiuta i suoi amici e, per immaginare di essere la quarta di quel trio di amici perfetti…

13.06.2014 10:54

Nel mare più profondo viveva una piccola medusa che guardando verso l'alto vedeva la superficie del mare e i riflessi della luce su di essa, il suo più grande sogno era salire fin lassù, per vedere il Sole.

Sua madre, ben più saggia, sapeva che l'umida e molle pelle delle meduse non poteva resistere alla forte luce del Sole, che l'avrebbe seccata, e perciò impediva alla figlia di nuotare fin là sopra, se non di notte per giocare con le onde.

La piccola medusa in un freddo giorno di inverno sfuggì alla madre e giunse in superficie, dove vide, in lontananza, il Sole: una piccola, luminosa sfera bianca.

Gli ammonimenti della madre risuonavano nella memoria della piccola medusa abbastanza da farla  correre a casa appena realizzato il suo desiderio, ma non troppo per impedirle di tornare a pelo d'acqua ogni giorno, sempre più a lungo.

Sfortunatamente anche il Sole venne incuriosito da quell'etereo esserino fatto d'acqua ed ogni giorno si avvicinava di più per vederla meglio, tanto che giunse l'estate. Il caldo divenne insopportabile per le membra liquide della piccola medusa, che però non ebbe la forza di allontanarsi dal bellissimo Sole, che aveva avvicinato un raggio per accarezzarla, e così morì.

Il Sole terribilmente ferito dal suo involontario assassinio prese con sè la piccola medusa e la portò nella sua casa tra le nuvole, che la la piccina aveva sempre ammirato da lontano, e la distese in un bianco letto di seta per poi tornare ogni sera  a guardarla.                                                                                                                                                                                        FINE.

Ho scritto questo tema in terza elementare (ma questa è una versione riscritta) e credo che non ci sia un testo più adatto al mese dedicato alle riletture, dato che io e le mie amiche lo abbiamo riletto centinaia di volte. Ci sembrava qualcosa di epico e romantico assieme, ed oggi, rileggendolo dopo molto tempo ho capito che avevamo questa impressione per il suo essere una via di mezzo tra la Sirenetta di Andersen e il mito di Dedalo&Icaro. 

Dedico questo testo a Lorenzo, che mi ha convinta a pubblicare qualcosa che ha cambiato la mia infanzia ma che non credevo adatto ad un blog, e alla maestra Bruna che mi ha insegnato a scrivere così...

08.06.2014 11:44

PREMESSA: Questo mese parlerò di riletture, libri che ho letto e riletto e che mi sono restati dentro.

Non so come questo libro sia finito nelle mie mani, probabilmente durante il periodo natalizio qualche parente con poco tempo a disposizione ha addocchiato questo libricino microscopico (93 pagine!) scritto a caratteri cubitali, con una brillante copertina d'oro ed ha deciso che sarebbe stato il libro perfetto per me.                    Devo aver riletto questo libro almeno venti volte, è stata la mia prima storia d'amore (un amore decisamente depresso che ha fortemente condizionato la mia idea di amore e romanticismo dall'infanzia fino ad oggi).

Ho molte riserve riguardo a quest'autore e se riuscissi a leggere almeno una volta questo libro a mente fredda ne avrei anche su esso, ma la magia che mi fa aprire ogni volta queste pagine sta proprio nell'avermi stregata, nonostante il suo dubbio stile, già da bambina con i suoi protagonisti stereotipati, degni di un fumetto, la compagnia che ho sempre sognato...

Non ho il coraggio di dire che sia un brutto libro, amo troppo quella principessa che ha lasciato i giochi sulla spiaggia e le focacce con gli amici perchè i grandi avevano deciso così, ma non posso neanche dire che sia un capolavoro. Lo è solo per me, perchè mi ha fatta innamorare fin da bambina.

02.06.2014 17:42

Vagando svogliatamente per il web mi sono imbattuta in una recensione per il ventennale di Pulp Fiction, l'ho aperta e fin dalle prime righe ho capito che si trattava di qualcosa di speciale: l'autore mette tutto se stesso, unisce la sua storia a quella del film, lo celebra, in ogni sua singola scena.

E da questo la domanda: Una recensione, per quanto ben fatta, può essere considerata letteratura?

Come potrete intuire dal titolo io credo di sì, nonostante ciò accada molto raramente, perchè per essere letteratura una recensione non deve solamente descrivere l'argomento con pregi e difetti, deve trasformarlo in un'opera a se stante. Ammetto di essere incappata, fin'ora, solo in questa recensione degna di essere deffinita un pezzo di letteratura e per questo non posso far altro che prenderla come esempio e ripromettermi di scrivere, un giorno, una recensione altrettanto degna, continuando a sperare che altri (o anche l'autore stesso) scrivano altri pezzi pronti ad entrare a far parte della letteratura.

https://www.i400calci.com/2014/05/ricercati-ufficialmente-morti-pulp-fiction/

24.05.2014 15:15

Pennac (il mio amato Pennac) in "Come un romanzo" stila 10 diritti che devono essere propri di ogni lettore, il primo è il diritto di NON LEGGERE, perche se non ci fosse questo diritto, quasi a premessa, quelli a seguire non sarebbero altro che obblighi. Subito dopo viene quello che apparentemente è un'altro invito a non leggere: il diritto DI SALTARE LE PAGINE. Quanti libri vengono abbandonati perchè contengono digressioni pesantissime (Hugo e Melville, tanto per fare due nomi a caso) che i lettori, per quanto volenterosi, non riescono a sopportare? E allora per amore della lettura è quasi doveroso saltare le parti che non si riescono a tollerare e godersi la lettura. Questo ci porta al diritto numero 3 quello di NON FINIRE UN LIBRO: è una delle tante paranoie dei lettori, quella di sentirsi obbligati a finire un libro, ma Pennac ci dice che talvolta è solo il momento sbagliato, e che in alcuni casi il momento giusto per quel libro non arriverà mai ed è un nostro diritto non infliggerci del male leggendolo fino in fondo.

Dal diritto numero 4 iniziano quelli che definisco i diritti di-leggere perchè, al contrario dei primi tre, implicano la lettura e non una sua forma di negazione.

Il diritto numero quattro è infatti il diritto DI RILEGGERE, in particolar modo di rileggere senza altre motivazioni fuorchè la voglia di farlo. Il diritto di LEGGERE QUALSIASI COSA  (viva la libertà!) ci ricorda che esistono buoni e cattivi libri, e che talvolta capita di innamorarsi di un cattivo libro, è un nostro diritto, un giorno da soli capiremo e torneremo sulla retta via... Il sesto è il diritto AL BOVARISMO (dalla famosa madame Bovary), o meglio detto in parole semplici il diritto di emozionarsi esponenzialmente per le nostre letture (io lo faccio sempre!) e il conseguente diritto a far emozionare amici e parenti (per questo è anche definito come "testualmente contagioso"). Una naturale conseguenza del diritto numero 6 è il diritto numero 7 ovvero quello di LEGGERE OVUNQUE, perchè se sono così impaziente di sapere come andrà a finire non mi interessa il luogo in cui mi trovo, mi basta avere il libro in questione tra le mani. Il diritto (8) DI SPIZZICARE, ovvero il problema del tempo, quella frenesia, quella crisi di astinenza che ci obbliga a cinque minuti di lettura, a dieci pagine rubate, piuttosto che aspettare fino a quando si avrà finalmente altro tempo.

Si commuove Pennac (mio adorato) giunto al nono diritto: LEGGERE A VOCE ALTA. Sostiene, Pennac, che ogni scrittore leggesse ai suoi cari le proprie opere e che solo allora esse raggiungessero il culmine: rese vive dalle labbra del loro creatore! ( E i fatti danno ragione a Pennac: Henry Austen  affermava che i libri della sorella Jane potevano essere veramente apprezzati solo quando era lei stessa a leggerli). Eppure nelle scuole la lettura ad alta voce non è più praticata, quasi inconcepibile finita l'età della fiaba della buonanotte...

Ed infine, dopo le grida del nono diritto, viene il silenzio del diritto DI TACERE, la libertà di non parlare della nostre letture se non desideriamo farlo, e soprattutto di scegliere con chi condividerle, dato che le nostre letture sono qualcosa di intimo e solo poche persone scelte possono capirlo veramente.

18.05.2014 17:37

Maggio è il mese della festa della mamma, e anche se parlerò di Beatrice, che non è una madre, queste righe sono dedicate a Fede e a sua madre che come Beatrice se n'è andata troppo presto per un tumore.

Beatrice sta morendo e ne è consapevole, ha paura, ma è forte, accetta tutto con una calma infinita, quasi inconcepibile a chi non è nella sua stessa situazione, che come Leo non può fare a meno di arrabbiarsi, di gridare che non è giusto. Ma lei dice:

Il dolore mi costringe a chiudere le palpebre, a nascondere gli occhi. Ho sempre pensato cheavrei divorato il mondo con i miei occhi, come le api si sarebbero posati su tutte le cose per distillarne la bellezza. Ma la malattia mi costringe a chiudere gli occhi: per il dolore, per la stanchezza. Solo a poco a poco ho scoperto che a occhi chiusi vedevo di più, che sotto le palpebre chiuse tutta la bellezza del mondo era visibile, e quella bellezza sei tu, Dio. Se tu mi fai chiudere gli occhi è perchè io stia più attenta, quando li riapro.

Lei ha fede, saggezza e speranza. Fede perchè non può finire tutto così, dev'esserci un premio dopo tutte quelle sofferenze. Saggezza perchè raccoglie tutto che c'è di buono nel male. Speranza perchè è l'unica cosa che le resta, e io non so se il paradiso sia vero, ma è giusto che nessuno glielo tolga.

Per Fede, non piangere, ti prego.

10.05.2014 22:31

Quanto piú m'avicino al giorno extremo
che l'umana miseria suol far breve,
piú veggio il tempo andar veloce et leve,
e 'l mio di lui sperar fallace et scemo.
I' dico a' miei pensier': Non molto andremo
d'amor parlando omai, ché 'l duro et greve
terreno incarco come frescha neve
si va struggendo; onde noi pace avremo:
perché co llui cadrà quella speranza
che ne fe' vaneggiar sí lungamente,
e 'l riso e 'l pianto, et la paura et l'ira;
sí vedrem chiaro poi come sovente
per le cose dubbiose altri s'avanza,
et come spesso indarno si sospira.

04.05.2014 10:33

I libri bruciano, inondati di cherosene, la casa brucia, e un sorriso esaltato campeggia sulle labbra di Montag e degli altri militi del fuoco. Quel sorriso era destinato a durare tutta la notte, e ancora il giorno seguente e quello dopo ancora, ma Montag incontra Clarisse, diciassette anni e pazza, che gli chiede se è felice, facendo morire quel sorriso incendiario.

Nei giorni seguenti Guy Montag si fa domande, sui libri e sulla sua vita: davvero una civiltà che vive imprigionata nelle quattro pareti  televisive del salotto o chiusa in una recinzione di pannelli pubblicitari (... Lo sapevate che una volta i cartelloni pubblicitari erano alti al massimo sei o sette metri? Ma poi le auto sono diventate così veloci che si è reso necessario dilatare la superficie riservata alla pubblicità, perchè gli automobilisti avessero il tempo di leggerla, passando. -cit.) sa cosa significhi realmente vivere? Davvero i libri non hanno spazio nella vita?

Eppure quella donna non è voluta uscire di casa quando l'hanno bruciata, dev'esserci per forza qualcosa dentro ai libri se chi li ha letti è disposto a morire per loro... Clarisse muore e Guy non può fare a meno di cercare l'unica altra persona diversa che conosca: il vecchio Faber. Faber lo accoglie impaurito, teme che la sua casa venga bruciata, è spaventato dalla guerra, è terrorizzato dal sistema, ma ama troppo i libri, nella sua viltà aiuterà Montag a ribellarsi e poi a fuggire.

Guy riesce a scappare dalla città, che istigata dalle televisioni gli dà la caccia, e si unisce agli altri reietti, quelli che, sapendo di non poter salvare fisicamente i libri hanno deciso di impararli a memoria per poi poterli recitare alla popolazione quando il mondo, dopo la guerra, deciderà che è venuto il momento di risorgere come una fenice...

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